Il mondo vegetale visto con nuovi occhi: bioelettricità, neurobiologia e coscienza vegetale
lunedì 30 maggio 2011
La fotosintesi clorofilliana
Un utile riassunto e post sull'argomento.
domenica 29 maggio 2011
Una delle sequoie più grandi al mondo?
E' il "Generale Sherman": il "Generale Sherman" è un imponente esemplare di sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum). Si tratta di uno degli esemplari più alti al mondo di tale specie, raggiungendo gli 83,8 m. Sebbene non sia l'albero più alto del mondo (il primato appartiene attualmente alla Sequoia sempervirens chiamata Hyperion) è sicuramente il più grosso in termini di volume, e si può considerare il più grande organismo vivente per volume. Il suo volume è stato stimato in 1487 m³.
[Leggi l'articolo integrale dalla Wikipedia]
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In cosa consiste la respirazione delle piante?
Tratto da Yahoo Answers:
La pianta respira come noi: prende dall'aria ossigeno (che essa stessa produce con la fotosintesi) ed emette anidride carbonica e lo fa 24 ore al giorno sia di giorno sia di notte.
La fotosintesi invece avviene solo nelle ore di luce e poiché, quando è in presenza di luce, la produzione di ossigeno è di gran lunga superiore alla quantità di ossigeno che la pianta consuma con la respirazione, di giorno la respirazione viene sarà mascherata dalla fotosintesi. Di notte, invece, o più esattamente, in assenza di luce, poiché la pianta non produce ossigeno, si nota solo l'ossigeno che la pianta consuma con la respirazione.
[leggi la risposta completa]
La pianta respira come noi: prende dall'aria ossigeno (che essa stessa produce con la fotosintesi) ed emette anidride carbonica e lo fa 24 ore al giorno sia di giorno sia di notte.
La fotosintesi invece avviene solo nelle ore di luce e poiché, quando è in presenza di luce, la produzione di ossigeno è di gran lunga superiore alla quantità di ossigeno che la pianta consuma con la respirazione, di giorno la respirazione viene sarà mascherata dalla fotosintesi. Di notte, invece, o più esattamente, in assenza di luce, poiché la pianta non produce ossigeno, si nota solo l'ossigeno che la pianta consuma con la respirazione.
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Dalle piante un sistema nervoso alternativo
Dal sito internet del Corriere.it
Un bruco ha raggiunto una foglia e comincia a cibarsene. Segnali (di natura elettrica) partono dalla foglia aggredita e raggiungono le altre foglie dando l' allarme: "C' e' un attacco nemico, proteggetevi". In risposta, ogni foglia fa entrare in azione gli strumenti difensivi di cui dispone (produce ad esempio sostanze chimiche che ritardano la digestione: il bruco deve mangiare piu' lentamente, resta quindi piu' a lungo sulla foglia e diviene cosi' vulnerabile all' aggressione dei predatori; per cui finisce col rinunciare al pasto e si rifugia in luoghi meno esposti). Fenomeni del genere sono stati studiati e documentati sulle piante dei pomodori da un' e' quipe di ricercatori anglo neozelandesi (pubblica i risultati dello studio l' autorevole rivista Nature). Sotto un particolare aspetto i dati sono apparsi del tutto inattesi: si sa che i vegetali (a differenza degli animali) non hanno terminazioni nervose; ed ora si scopre che un meccanismo di comunicazione "nervo simile" puo' esistere e funzionare anche in assenza di nervi, secondo modalita' fino ad oggi ignote. C' e' una possibile ricaduta per la medicina degli uomini, purtroppo per il momento solo "futuribile": e' la speranza di poter attuare sistemi di comunicazione analoghi per pazienti che soffrono per trasmissioni nervose fortemente indebolite o addirittura interrotte (si pensi ai paraplegici). Torniamo alla pianta di pomodoro. Come puo' avvenire, sul rigoroso piano scientifico, la trasmissione nei vegetali di informazioni "per via elettrica"? Spiega il dottor David Wildon, fisiologo dell' Universita' East Anglia e membro dell' e' quipe che ha condotto gli esperimenti: "Le cellule della foglia che vengono spezzate dal bruco mentre se ne ciba perdono in quella fase sia sostanze acquee sia condizioni immateriali di tensione; questo determina nella parte di foglia non ancora mangiata una serie di cambiamenti chimici che si riflettono sullo stato di certi ioni (cioe' di particole atomiche che hanno una carica elettrica); gli ioni fanno in continuita' la spola fra loro, da cellula a cellula, passando per dei particolari condotti tubolari (i plasmodesmi): comunicano cosi' alle altre foglie la notizia dell' attacco, mettendole in grado di attuare i dispositivi di protezione". Da notare, aggiunge Wildon, che "questo sistema di comunicazione ha lo svantaggio, rispetto ai dispositivi della trasmissione nervosa degli animali, di essere molto lento: ma questo alla pianta interessa meno". E sarebbe un prezzo da pagare accettabile anche per dei pazienti umani, se riuscissimo a fornir loro quei mezzi di trasmissione nervosa di cui sono oggi privi. Giuliano Ferrieri
(20 febbraio 1995) - Corriere della Sera
Un bruco ha raggiunto una foglia e comincia a cibarsene. Segnali (di natura elettrica) partono dalla foglia aggredita e raggiungono le altre foglie dando l' allarme: "C' e' un attacco nemico, proteggetevi". In risposta, ogni foglia fa entrare in azione gli strumenti difensivi di cui dispone (produce ad esempio sostanze chimiche che ritardano la digestione: il bruco deve mangiare piu' lentamente, resta quindi piu' a lungo sulla foglia e diviene cosi' vulnerabile all' aggressione dei predatori; per cui finisce col rinunciare al pasto e si rifugia in luoghi meno esposti). Fenomeni del genere sono stati studiati e documentati sulle piante dei pomodori da un' e' quipe di ricercatori anglo neozelandesi (pubblica i risultati dello studio l' autorevole rivista Nature). Sotto un particolare aspetto i dati sono apparsi del tutto inattesi: si sa che i vegetali (a differenza degli animali) non hanno terminazioni nervose; ed ora si scopre che un meccanismo di comunicazione "nervo simile" puo' esistere e funzionare anche in assenza di nervi, secondo modalita' fino ad oggi ignote. C' e' una possibile ricaduta per la medicina degli uomini, purtroppo per il momento solo "futuribile": e' la speranza di poter attuare sistemi di comunicazione analoghi per pazienti che soffrono per trasmissioni nervose fortemente indebolite o addirittura interrotte (si pensi ai paraplegici). Torniamo alla pianta di pomodoro. Come puo' avvenire, sul rigoroso piano scientifico, la trasmissione nei vegetali di informazioni "per via elettrica"? Spiega il dottor David Wildon, fisiologo dell' Universita' East Anglia e membro dell' e' quipe che ha condotto gli esperimenti: "Le cellule della foglia che vengono spezzate dal bruco mentre se ne ciba perdono in quella fase sia sostanze acquee sia condizioni immateriali di tensione; questo determina nella parte di foglia non ancora mangiata una serie di cambiamenti chimici che si riflettono sullo stato di certi ioni (cioe' di particole atomiche che hanno una carica elettrica); gli ioni fanno in continuita' la spola fra loro, da cellula a cellula, passando per dei particolari condotti tubolari (i plasmodesmi): comunicano cosi' alle altre foglie la notizia dell' attacco, mettendole in grado di attuare i dispositivi di protezione". Da notare, aggiunge Wildon, che "questo sistema di comunicazione ha lo svantaggio, rispetto ai dispositivi della trasmissione nervosa degli animali, di essere molto lento: ma questo alla pianta interessa meno". E sarebbe un prezzo da pagare accettabile anche per dei pazienti umani, se riuscissimo a fornir loro quei mezzi di trasmissione nervosa di cui sono oggi privi. Giuliano Ferrieri
Ferrieri Giuliano
Pagina 21(20 febbraio 1995) - Corriere della Sera
lunedì 23 maggio 2011
Elettricità dalle alghe
Ingegneri ricavano energia elettrica dalle alghe.
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